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martedì 24 novembre 2009

C'è bisogno dei VERDI


verdi

Costituente Da alcune settimane si è rimessa in pista una proposta ecologista nata dalle ceneri del Sole che ride.
Lo tzunami che si è abbattuto su ciò che è rimasto dei Verdi ha lasciato morti e feriti. La scriteriata politica degli ultimi anni ha portato a questi risultati.
Mi spiego meglio. Durante il governo Prodi non c'è stata una netta divisone di ruoli fra governo e partito, avallando la compatibilità e la necessità di non forzare su contenuti qualificanti. Durante la conferenza stampa del candidato presidente del centrosinistra non è mai echeggiata la parola ambiente, quasi che l'azione dei Verdi fosse stata tanto negativa da non doverne parlare.
C'è stata poi l'alleanza elettorale per ben due volte con forze disomogenee, alla ricerca spasmodica del raggiungimento del quorum senza accorgersi che ognuna delle componenti perdeva pezzi e dimenticando che l'alchimia perde sempre quando non ci sono politica e contenuti qualificanti.
Si sono annunciate a più riprese costituenti ecologiste, cartelli di garanti, tutto e sempre sacrificato alla politica del giorno e alla esigenze mass mediatiche, con presenze quasi sempre sovraesposte. Si sono perse per strada donne, uomini e intelligenze, si sono sperperati mezzi ingenti con risultati scarsi o inesistenti.
Il Partito dei movimenti era diventato il Partito dei consiglieri , degli assessori, degli autoreferenziati, senza per questo negare l'importanza di occupare presidi di iniziative e di denuncia. E ora si vogliono raccogliere i cocci.
Le intenzioni di chi ho ascoltato a Fiuggi, a Roma e nei colloqui sembrano invertire la tendenza. Le associazioni ambientaliste non possono essere cinghia di trasmissione di nessuno ma nello stesso tempo non possono usare i Verdi come un autobus su cui salire e scendere, perché in realtà sono loro che rappresentano, nel bene e nel male, l'ambientalismo in Italia.
Io penso e spero che la gestione Bonelli mantenga le promesse anche perché l'ambiente, nonostante le emergenze epocali e la crisi economica, è nella mente e nella domanda della gente.
Intanto non bisogna farsi prendere la mano dai sondaggi e poi bisogna ritornare nei movimenti e fra i movimenti. L'immagine dei Verdi non può configurarsi come quella di una propaggine di un movimento politico estremo. La trasversalità, anche se non è un dogma, non può essere gestita da chi ha già fatto scelte radicali.
Per troppo tempo i Verdi hanno abbandonato la loro "trasversalità" politica e sono stati rilegati nella sinistra cosiddetta "radicale" perdendo consensi e attenzione. La connotazione pacifista la si deve invocare senza toni truculenti. L'attività politica, o meglio la cronaca, sia gestita senza dover necessariamente rispondere a Berlusconi o a Bersani.
Dove sta la diversità, l'originalità rispetto ai Casini, ai Ferrero o agli altri se non si praticano contenuti qualificanti?
Il no al nucleare non può essere lasciato in mano a Di Pietro.
Il prima Copenaghen e ancor più il dopo vanno gestiti giorno dopo giorno. La strada di ricostruzione è ardua e molto difficile, ma bisogna superare una cultura politica vecchia e secolare. Partire subito con la Costituente ecologista e con gli stati generali dell'ambientalismo italiano, chiamando le associazioni ambientaliste, il mondo della cultura e della scienza, gli imprenditori che credono nelle tecnologie nuove, innovative e pulite, i ricercatori e gli esperti lasciati spesso in disparte anche dalla stessa classe dirigente ecologista.
Se mi posso permettere una battuta, noi che difendiamo la biodiversità dobbiamo praticare l'ecologia della mente e quindi liberarci dal cretinismo parlamentare e istituzionale, saper coniugare ambientalismo della ragione, con la ricerca delle ragioni dell'esistenza di una pratica di lotta ambientalista su temi nodali della nostra esistenza: pianificazione dei territori, difesa della biodiversità, energie rinnovabili, mobilità compatibile, educazione, innovazione proceduta da accurate ricerche tecnologiche, merceologiche e scientifiche.
Solo così ci sarà la possibilità di far crescere e affermare una presenza ecologista nel Paese che affianchi chi, come noi ad esempio, sta affannosamente resistendo contro coloro che vogliono ricacciare indietro democrazia e Stato di diritto.
Quindi, grande disponibilità a collaborare e a confrontarsi sui temi comuni.

Guido Pollice presidente Vas (Verdi ambiente società) da Terra

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"Tutte le promesse di benessere e tutte le sicurezze date in epoca moderna dalle istituzioni statali nazionali, dai politici e dagli esperti di scienze e tecniche, sono state distrutte. E non c'è più in giro un'istanza che tolga all'uomo le sue nuove paure. Ecco allora che la crisi ecologica ci fa intravedere qualcosa come un senso all'orizzonte, persino la necessità di una politica globale ed ecologica nel nostro agire quotidiano". U. Beck