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domenica 19 dicembre 2010

ACCADE

Accade che la scelta elettorale, effettuata a giugno 2009 e poi nel 2010, ha portato con sé delle conseguenze. Accade che chi riteneva che le conseguenze potessero essere solo positive (il "voltiamo pagina"), si sbagliava... e si sbagliava anche chi diceva "Tanto sono tutti uguali", perché se era l'inerzia ciò che ci si aspettava, inerzia non è stata.
Fossimo fatalisti, potremmo parlare di sorte avversa, ma tuto ciò che è accaduto e  che sta accadendo alla nostra città (riduzione dei servizi alla cittadinanza, minaccia inceneritori, incendio e strage Eureco, crisi occupazionale, avanzata prepotente della Rho-Monza, aumento della TARSU e delle tariffe dei servizi a domanda individuale, ciclabili incurate e in stallo, vicenda n'drine e sfregio al Falcone Borsellino, strade indecenti dopo la nevicata, avanzata della privatizzazione dell'acqua...) ha delle responsabilità precise. Non tutte amministrative, s'intende, ma conta la capacità, il peso e il tipo d'interessi curati da parte di chi c'è a governare. Questo è fuori discussione.

In questo periodo siamo stati assenti dal web.
Non che si sia spariti. Essere assenti dal web non significa che si è smesso di partecipare e di portare il nostro contributo alle battaglie che si stanno conducendo per il bene comune.
Sono proprio le questioni che investono la nostra città e i nostri cittadini che ci hanno portato a condividere queste riflessioni coi nostri lettori.
Gli ecologisti, a seguito dell'esito delle ultime tornate elettorali, non sono più all'interno delle istituzioni. Per ciò che ci riguarda (siamo in Lombardia) non siamo rappresentati in Comune, alla Provincia, in Regione e in Parlamento. Questo per noi è un problema.
Al di là delle questioni di visibilità e della necessità d'intensificare l'attività di militanza sul territorio per riuscire a dare peso alle questioni che riteniamo prioritarie, abbiamo il problema di non poter sostenere in sede istituzionale quegli interessi di parte che sentiamo nostri e che rappresentiamo. Non possiamo in pratica pesare nei processi decisionali e ci accorgiamo che anche le forze politiche che con noi hanno sostenuto posizioni e battaglie comuni (forze che invece nelle istituzioni ci sono) faticano ad essere sufficientemente incisive e a dare rilevanza a tutto ciò che noi riteniamo importante.
Sarebbe andata così con la Rho-Monza se al posto dell'assessore provinciale De Nicola ci fosse stato un ecologista? Sarebbe andata così con il Contromano e su altre mille quesioni che investono amaramente la nostra città? Forse su qualcosa avremmo fatto meglio e su altro, per noi meno rilevante, peggio. Ma non c'è dubbio: siamo più utili dentro le istituzioni che fuori. Attenzione: usiamo qui la parola utilità per parlare dell'efficacia. Siamo meno efficaci se siamo fuori dalla istituzioni, nonostante si intensifichi il lavoro, questo è un dato. Ma ciò per cui ci spendiamo è utile al bene comune e l'attività che svolgiamo, dentro e fuori dai comitati, dalle associazioni, come singoli cittadini e come gruppo politico, è utile.
Vogliamo solo qui richiamare ciascuno alle proprie responsabilità, senza nascondere il senso di frustrazione che viviamo come ecologisti, assieme a quanti come noi condividono gli stessi principi, di fronte al fatto che su certe questioni (come la salute, la sicurezza, il lavoro, la qualità dell'aria, dell'acqua come bene comune, del territorio come bene finito e limitato... come il diritto di tutti gli esseri viventi di vivere in maniera dignitosa..), si stanno operando delle scelte che ci faranno solo del male ("ci" sta per tutti, anche per coloro che decidono).
Noi ci siamo e continueremo a lavorare, sentiamo però l'esigenza di intraprendere azioni volte ad operare sul senso critico e sulla capacità di scelta delle persone.
Questo non è un proposito. E' una scelta, su cui stiamo lavorando e lavoreremo nel prossimo anno.

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"Tutte le promesse di benessere e tutte le sicurezze date in epoca moderna dalle istituzioni statali nazionali, dai politici e dagli esperti di scienze e tecniche, sono state distrutte. E non c'è più in giro un'istanza che tolga all'uomo le sue nuove paure. Ecco allora che la crisi ecologica ci fa intravedere qualcosa come un senso all'orizzonte, persino la necessità di una politica globale ed ecologica nel nostro agire quotidiano". U. Beck