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martedì 17 febbraio 2015

Far cambiare strada all'’Europa dei banchieri

europa
"Green Italia Verdi Europei" sostiene l’appello “Grecia: una nuova opportunità per l’Europa” lanciato per iniziativa, tra gli altri, dai deputati Verdi Ernest Urtasun e Ska Keller e sottoscritto finora da oltre 60 deputati europei di vari gruppi politici.
“Nell’appello si chiede a governi e istituzioni Ue di avviare negoziati costruttivi con il governo greco. I sei mesi chiesti da Tsipras e Varoufakis non sono nulla rispetto ai sei anni di politiche catastrofiche imposte dalla Troika, che hanno portato solo a maggiore debito pubblico, più povertà, azzerando la possibilità per la Grecia di crescere”  – dichiara Monica Frassoni, co-Presidente del Partito Verde Europeo e coordinatrice di Green Italia.
“La Grecia, un paese che da anni subisce politiche sconsiderate, oggi chiede all’Ue di concederle tempo: pochi mesi per lavorare ad un piano alternativo e migliore, che allunghi le scadenze dei prestiti e ne abbassi gli interessi. È chiaro che ci sono riforme da fare, ma non saranno quelle di sola austerità volute dalla Troika: bisogna cominciare dal ridurre il tasso di corruzione e di evasione fiscale, più alto che in Italia. Quella che vediamo oggi in Grecia è una vera e propria crisi umanitaria e per porvi riparo il paese ha bisogno di dare respiro alle proprie finanze pubbliche, per poter ridurre l’eccedenza primaria e ristrutturare il proprio debito. Per questo motivo i firmatari dell’appello chiedono ai governi e alle istituzioni UE di raggiungere un rapido accordo con il governo greco, che consenta di far fronte alle esigenze finanziarie più urgenti. Questa iniziativa indica una volontà diffusa all’interno del PE di poter giocare un ruolo attivo e positivo nel dibattito che si è creato sul futuro della Grecia e, con essa, dell’Ue.”
“Per non strangolare la Grecia e dimostrare che i concetti di coesione e solidarietà hanno ancora un senso, bisogna:
- allungare i tempi del rientro e alleggerire nel breve periodo l’onere del debito. Bisogna ricordare con insistenza che ad oggi chi ha comprato debito greco ci ha già guadagnato molto grazie ai tassi d’interesse. Non sarà una tragedia se da oggi i guadagni saranno un po’ minori e più diluiti nel tempo; 
- accompagnare le misure sul debito con un piano d’investimenti europei serio e di dimensioni più solide del c.d. piano Juncker: che sia fortemente orientato a settori di avvenire per un paese come la Grecia, ricchissimo di cultura, ma anche propizio a uno sviluppo massiccio della Green economy, in particolare in materia di energia;
- superare la Troika e riportare l’elaborazione ed il controllo del futuro piano in mano ad istituzioni politiche e democraticamente responsabili di fronte ai cittadini europei, in particolare Commissione e Parlamento UE, oltre che al governo greco. È inaccettabile che alcuni governi si arroghino il diritto di decidere per tutti e deve essere superato il ruolo del FMI.”
“Salvare la Grecia e mantenerla ancorata all’UE significa anche cambiare l’Europa e darle un ruolo positivo e legittimo di fronte ai suoi cittadini.”

IL TESTO DELL’APPELLO

Le ultime elezioni in Grecia possono trasformarsi nella possibilità di un cambiamento reale dell’Europa. Dopo anni di austerità opprimente e di politiche economiche fallimentari che hanno minato la stabilità politica e sociale dell’Ue, riteniamo che il grido di speranza che arriva dal popolo greco sia la spinta propulsiva necessaria al nostro continente per cambiare rotta.
Negli ultimi anni la Grecia è stata l’anello debole di una catena di eventi fallimentare che hanno portato l’eurozona sull’orlo del baratro ed espulso milioni di europei dal nostro progetto comune. Il chiaro desiderio del popolo greco di voler respingere queste politiche disastrose è un campanello d’allarme per l’Europa nel suo insieme.
La crisi sociale e umanitaria che si trova a dover fronteggiare il nostro continente non ha precedenti in Europa: povertà diffusa, disoccupazione dilagante e massicci tagli di bilancio nei servizi pubblici essenziali. La Grecia ha perso il 25% del proprio prodotto interno lordo e oggi migliaia di persone non hanno i mezzi per soddisfare i propri bisogni più elementari.
In questo contesto, l’Europa, le sue istituzioni e i suoi Stati membri non possono continuare a nascondersi ciecamente dietro il memorandum e la Troika – i quali hanno fallito sia nelle modalità che negli obiettivi. Alcune voci in Europa cercano di convincerci del fatto che la Grecia sia il problema, ma i problemi reali dell’Unione Europea sono la disoccupazione, la disuguaglianza sociale e il debito. Si tratta di problemi europei comuni che richiedono una soluzione condivisa.
Le istituzioni europee e i governi nazionali in questi giorni in Grecia devono fare i conti con la mancanza di risposte adeguate ad una recessione economica storica e con lo sviluppo di politiche che hanno ampliato le disuguaglianze e ostacolato il progetto europeo.
Ecco perché siamo sinceramente convinti che la solidarietà debba prevalere e che si debba fare ogni sforzo per cambiare il rovinoso corso stabilito per la Grecia negli ultimi anni. Se questo verrà fatto in modo efficace, l’intera Europa ne trarrà beneficio.
La Grecia ci offre l’opportunità di mettere di nuovo i nostri cittadini al centro del progetto europeo, recuperando la dignità umana e ponendola al centro delle nostre politiche, nonché di formulare soluzioni responsabili e tempestive ai problemi che ci troviamo a dover affrontare.
Le minacce degli scorsi giorni al nuovo governo greco non sono accettabili; piuttosto le Istituzioni dell’UE dovrebbero rispettare l’esito delle ultime elezioni e avviare con il governo greco negoziati costruttivi.
La Grecia ha bisogno di un po’ di respiro dalla pressione sulle sue finanze pubbliche al fine di rispondere alla sua crisi umanitaria, ridurre l’eccedenza primaria e ristrutturare il suo enorme debito. Sollecitiamo, quindi, i governi e le Istituzioni europee a raggiungere un rapido accordo con il governo greco, consentendo al paese di far fronte alle esigenze finanziarie più urgenti e di avere il tempo necessario per arrivare ad un nuovo accordo.
Nei giorni a venire che saranno di cruciale importanza, esortiamo i leader Ue a garantire il futuro della Grecia all’interno della famiglia europea nel pieno rispetto della democrazia, della giustizia sociale e della solidarietà. In caso contrario si metterà a rischio l’intero progetto europeo.
La Grecia offre un’opportunità democratica e sociale all’Europa. Sollecitiamo le istituzioni europee e gli Stati membri a cogliere questa opportunità e a non perseverare negli errori del passato.
Primi firmatari:
Marina Albiol (GUE/NGL, ES)
Guillaume Balas (S&D, FR)
Sergio Coffferati (S&D, IT)
Pablo Iglesias (GUE/NGL, ES)
Eva Joly (Greens/EFA, FR)
Ska Keller (Greens/EFA, DE)
Edouard Martin (S&D, FR)
Marisa Matias (GUE/NGL, PT)
Liliana Rodrigues (S&D, PT)
Molly Scott Cato (Greens/EFA, UK)
Barbara Spinelli, (GUE/NGL, IT)
Marc Tarabella, (S&D, BE)
Ernest Urtasun (Greens/EFA, ES)

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"Tutte le promesse di benessere e tutte le sicurezze date in epoca moderna dalle istituzioni statali nazionali, dai politici e dagli esperti di scienze e tecniche, sono state distrutte. E non c'è più in giro un'istanza che tolga all'uomo le sue nuove paure. Ecco allora che la crisi ecologica ci fa intravedere qualcosa come un senso all'orizzonte, persino la necessità di una politica globale ed ecologica nel nostro agire quotidiano". U. Beck