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lunedì 4 dicembre 2017

Dopo l’aggressione naziskin manifestazione nazionale a Como.

Contro ogni fascismo
e ogni intolleranza.

La settimana scorsa l’aggressione di una quindicina di nazifascisti del “Veneto fronte skinhead” che ha interrotto una riunione dei volontari dell’associazione “Como Senza Frontiere”.
Sabato prossimo, 9 dicembre, alle ore 11 manifestazione nazionale a Como, ritrovo presso il Lungolago M. di Savoia.


Significativo l’articolo di Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento e direttore di Azione Nonviolenta, pubblicato dall’agenzia internazionale PRESSENZA:

Como, la nonviolenza vince
sulla provocazione razzista

La notizia è che il metodo della nonviolenza vince sulla provocazione razzista.

L’atteggiamento composto, non collaborante, spiazzante, fermo, persuaso, degli attivisti di Como senza frontiere, ha neutralizzato il tentativo provocatorio, razzista, violento, fascista di un gruppo di teste rasate (e vuote) che cercavano la rissa. Questa è la vera notizia, positiva, che racconta una novità.

Purtroppo la vulgata mediatica ha voluto raccontare solo il rovescio della medaglia, la parte negativa. Il blitz dei soliti facinorosi, xenofobi, sgrammaticati bulli che hanno fatto irruzione in un luogo privato per interrompere una riunione. Ma il racconto era un altro: i protagonisti della notizia erano i nonviolenti, mentre i fascisti erano solo comparse di seconda fila di un brutto copione recitato male. Evidentemente loro cercavano lo scontro.

Si aspettavano una reazione violenta, avevano voglia di menare, di usare le mani. Ma sono rimasti spiazzati, non hanno saputo affrontare il terreno della nonviolenza e se ne sono andati con le pive nel sacco. Il loro machismo è stato ridicolizzato.


Ecco, fossi un cronista di un qualche telegiornale la notizia l’avrei raccontata così e sarei andato ad intervistare i nonviolenti, non il capo del partito xenofobo. Ma sono solo il direttore di Azione Nonviolenta e scrivo qui per gli amici che mi leggono.


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"Tutte le promesse di benessere e tutte le sicurezze date in epoca moderna dalle istituzioni statali nazionali, dai politici e dagli esperti di scienze e tecniche, sono state distrutte. E non c'è più in giro un'istanza che tolga all'uomo le sue nuove paure. Ecco allora che la crisi ecologica ci fa intravedere qualcosa come un senso all'orizzonte, persino la necessità di una politica globale ed ecologica nel nostro agire quotidiano". U. Beck